UN’OFFICINA DEI RICORDI PER RACCONTARSI
Da alcuni mesi sono una coworker al mod-o, dove energie e contaminazioni sono continuamente in circolo.
Dividere lo spazio con altri professionisti amplifica la mia creatività, che fatico a tradurre a parole, così come spiegare il mio lavoro. Io ci ho provato, e proprio per il blog del mod-o. J
Sono una biografa. Oh, che termine antiquato!
Sono una Ghostwriter allora. Oh, questi inglesismi!
Allora facciamo così: sono una persona con un certo talento relazionale che ad un certo punto della sua vita ha desiderato trovare il modo di aiutare le altre persone a valorizzarsi e ha voluto farlo attraverso la forma artistica che più le si addice, cioè la scrittura.
È tutto lì, ma è una cosa enorme.
Non è la scrittura in senso stretto che mi appassiona, quanto la potenzialità della stessa. Principalmente mi affascina il fatto che possa essere un mezzo terapeutico e che dia la possibilità di lasciare traccia della nostra esistenza.
Ogni individuo ha la proprie caratteristiche personali e la sua personalissima storia. Cioè, non esiste una persona uguale all’altra: siamo tutti pezzi unici. Cosa ci può essere di più affascinante?
Quindi, come nell’artigianato in cui si creano pezzi unici, ho immaginato un’Officina dei Ricordi: un luogo-non luogo in cui le persone si raccontano e, se lo desiderano, raccolgono la loro storia in un libro.
Ma che cosa significa nello specifico fare un percorso autobiografico con l’Officina dei Ricordi?
Significa essere accompagnati nella narrazione di sé attraverso attività creative che permettono di scoprire aspetti di sé non così evidenti nemmeno a se stessi, di ripercorrere la propria storia da un punto di vista alternativo. È solo alla fine di questo viaggio che viene realizzato un Book a restituzione del percorso fatto.
Ma in quanti modi ci si può raccontare? Tanti, tantissimi… E non dirò una parola di più, perché ognuno deve scoprirlo da sé.